Anna Maria Partini, Cristina di
Svezia e il suo cenacolo alchemico, Edizioni Mediterranee 2010, €.17.50.
La professoressa Anna Maria
Partini, vicepresidente dell’Accademia Tiberina, appassionata studiosa
dell’alchimia seicentesca, ci regala un’altra opera, un’altra pietra importante
nella ricostruzione di un percorso ermetico alla quale ha dedicato un’intera
esistenza.
In quest’opera la Partini affronta
la figura di Cristina di Svezia e degli alchimisti che la sua figura autorevole
e carismatica aveva saputo catalizzare in un cenacolo che si riuniva tanto nel
Palazzo Riario – sua residenza romana – quanto a Palazzo Palombara sotto
l’egida del padrone di casa Massimiliano Savelli, alla presenza di illustri sodali
tra i quali spicca quel Marchese Francesco Maria Santinelli di cui abbiamo a
suo tempo parlato sulle pagine di Secreta (L’alchimista
della luce, Maggio 2010, pp.40-48).
E proprio intorno a queste tre
figure – Cristina, Palombara, Santinelli – ruotano le tre sezioni in cui si
articola questa ricostruzione. Ma sono tanti i personaggi che fanno capolino
tra le pagine del libro – gli alchimisti Athanasius Kircher e Federico Gualdi,
l’astronomo Domenico Cassini, le potenti famiglie Aldobrandini, Colonna e
Orsini – e ci immergono nella Roma seicentesca e nel suo modo criptico di
intendere la cultura ermetica, sapientemente celata sotto un velame di versi
immaginifici e barocchi, in modo da non essere facilmente compresa, sebbene in
mostra sotto gli occhi di tutti.
In questa Roma barocca la professoressa
Partini è di casa; forse proprio per questo riesce a riunire in un solo volume
quelli che potrebbero senza fatica essere tre saggi autonomi, senza che per
questo l’opera complessiva risulti frammentata.
Nella prima parte, centrata sulla
singolare figura di Cristina di Svezia, vengono analizzate le storie e le
passioni del personaggio, i suoi rapporti col cardinale Azzolino e quelli con
l’alchimista Kircher (rinviando i rapporti col Palombara e col Santinelli alle
sezioni seguenti).
Nella seconda parte, dedicata al
Marchese di Palombara, accanto ad un dettagliato inquadramento culturale,
grande attenzione è dedicata alla Porta Magica che ornava il suo palazzo e che,
dalla demolizione dell’edificio, è situata nei giardini di Piazza Vittorio a
Roma.
Per la prima volta, ad opera della
studiosa romana, le scritte e i glifi della Porta Magica sono commentate e
analizzate in rapporto alle rime e alle prose del Palombara, mostrando come
queste nascondessero inaspettati aspetti esoterici sotto il velo di
componimenti dal tono apparentemente giocoso. Del Palombara, infine, la Partini
rende note numerose rime fin qui inedite – scovate alla Biblioteca Apostolica
Vaticana – e in particolare il lungo componimento poetico intitolato Si discorre sopra la pietra filosofale,
interamente riportato in Appendice.
Ma è nella terza parte del volume,
dulcis in fundo, che la Partini affronta il personaggio che ha rappresentato
“l’amore” di tutta la sua vita di studiosa, quel Francesco Maria Santinelli di
cui si è già tante volte occupata. Tuttavia non per questo il capitolo è privo
di novità, e la professoressa ci regala anzitutto il resoconto degli atti
inediti di un processo (scovati presso l’Archivio Azzolino di Stoccolma) che
vide il Nostro coinvolto in qualità di imputato, nonché una documentata analisi
sull’appartenenza del Santinelli alla Confraternita dei Rosacroce.
E potremmo concludere qui.
Ma ogni libro è anche
un’opportunità; e questo volume ci offre l’occasione appetitosa di sfogliare
con rinnovato piacere le opere precedenti che la Partini ha curato: i Sonetti alchemici e altri scritti ermetici
(Mediterranee, 1985) e l’Androgenes
Hermeticus (Meidterranee, 2000), entrambi di Santinelli, lo Specchio della Verità di Giovanni
Battista Comastri, probabile pseudonimo di Santinelli, (Mediterranee, 1989), e La Bugia, rime ermetiche e altri scritti
del Palombara (Mediterranee, 1983); e di quelle che ha scritto in prima
persona: Athanasius Kircher e l’alchimia
(Mediterranee, 2004), per citare solo quelle che hanno un preciso riferimento
all’argomento della sua ultima fatica.
È davvero una vita spesa per lo
studio della alchimia.
Marco Rocchi